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Introduzione: Testo

3. Cenni sulla Teoria delle Pittura

 

La conoscenza delle basi teoriche e la padronanza dell'arte classica, sono elementi imprescindibili per affrontare nuovi temi e nuovi stili frutto dell'evoluzione del pensiero umano.

Sicuramente non è possibile definire l'arte in termini di postulati, teoremi e procedure per cercare di definire un modello la cui applicazione possa condurre alla realizzazione di un'opera d'arte.

Viceversa i mezzi espressivi (colore e forma) fanno parte del mondo fisico ed è stato quindi possibile definire delle leggi che vale la pena di conoscere in quanto sono gli strumenti alla base di una buona pittura.

I mezzi espressivi sono fondamentalmente due:

  • il colore

  • la forma

Al colore possiamo dare diversi valori, dal punto di vista chimico, che ne studia le molecole, gli assegnamo un valore oggettivo, dal punto fisico lo definiamo in base alla scomposizione della luce bianca, mentre da un punto di vista fisiologico lo decodifichiamo secondo la nostra percezione visiva assegnandogli inoltre un valore soggettivo in quanto è capace di provocare diverse reazioni in colui che lo osserva.

La forma è in generale misurabile e, come per il colore, vi sono infinite forme. Anch'esse hanno un valore soggettivo in grado di far provocare sensazioni diverse in coloro che le osservano.

Passeremo in rassegne i seguenti concetti fondamentali:

  • la luce

  • il colore e la scala cromatica

  • il significato del colore

  • l'armoni dei colori

  • la forma

3.1 La luce

Ogni corpo a qualsiasi temperatura (superiore allo zero assoluto) emette delle radiazioni elettromagnetiche (legge di Stefan-Boltzamann).

La luce visibile è un piccola parte della totalità delle radiazioni elettromagnetiche, questo intervallo viene definito  "spettro delle onde elettromagnetiche" (di seguito indicato come spettro).

La luce visibile è emessa da corpi incandescenti come il sole e la lampadina e noi la percepiamo appunto come visibile in quanto emettono una quantità di radiazione nelle frequenze a cui il nostro occhio è sensibile e quindi in grado di percepirle. Quando osserviamo un qualsiasi oggetto ne percepiamo il suo colore e questo avviene grazie alla luce.

Le onde elettromagnetiche coprono un vasto intervallo di frequenze e di lunghezza d'onda e si propagano in linea retta dalla sorgente con un moto ondulatorio in tutte le direzioni.

Le lunghezze d'onda vanno da centinaia di chilometri a valori infinitamente piccoli dell'ordine di un decimilionesimo di metro.

Le relative frequenze variano da qualche KHz (chilohertz) a unità decimali infinitamente piccole con ventidue zeri prima dell'unità.

La luce si propaga a una velocità di 300.000 km/sec, ovvero da una generica sorgente luminosa la luce impiega un secondo per percorrere una distanza di 300.000 km.

Le onde elettromagnetiche sono rappresentate da una curva sinusoidale e, sugli assi cartesiani, sono caratterizzate da tre grandezze (figure 3.1.1. e figura 3.1.2):

  • lunghezza d'onda: è la distanza fra le due creste successive ovvero la distanza fra due massimi consecutivi (cresta sopra l'asse della distanza) 

  • ampiezza: è la distanza tra il punto massimo della cresta dell'onda e l'asse di propagazione (che coincide nel grafico con le ascisse).

  • frequenza: è il numero di oscillazioni dell'onda nell'unità di tempo e si misura in cicli al secondo o Hertz (Hz).

figura 3.1.1. - esempio di curva a lunghezza onda lunga e a bassa frequenza

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 figura 3.1.2. - esempio di curva a lunghezza onda corta e alta frequenza

 

Le onde elettromagnetiche in virtù delle infinite differenze delle proprie caratteristiche di lunghezza d'onda e di frequenza sono classificabili in:

  • Onde radio: in generale prodotte da apparecchi elettronici, sono impiegate nelle trasmissioni televisive e radio

  • Microonde: come per le onde radio, la produzione di questo tipo di onde avviene per mezzo di apparecchiature elettroniche ed  impiegate oltre che per il noto forno a microonde, per il riscaldamento dei cibi, nei radar e nelle comunicazioni via satellite.

  • Infrarossi:  i raggi infrarossi vengono prodotti dalle molecole dei corpi caldi come persone e animali. Con particolari apparecchiature in grado di catturare tali raggi è possibile vedere corpi caldi.

  • Luce visibile: sono le lunghezze d'onda visibili dall'occhio umano. Sono una banda molto stretta che va dal violetto al rosso. 

  • Ultravioletto: vengono prodotti da atomi e molecole sottoposti a scariche elettriche. Il sole produce molti raggi ultravioletti, la maggior parte dei quali vengono filtrati dalla ionosfera (parte alta dell'atmosfera) e solo una piccola percentuale raggiunge la terra e ci offre la tintarella.

  • Raggi X: molto usati in medicina per la loro caratteristica di trapassare i tessuti molli e venir assorbiti dalle ossa permettendo così di radiografarle, ovvero di restituire un'immagine fotografica delle stesse. Producono tuttavia processi chimici in grado di distruggere tessuti sani; tuttavia essendo in grado di distruggere maggiormente cellule malate rispetto a quelle sane, vengono usate per curare certi  tipi di cancro.

  • Raggi gamma: sono onde elettromagnetiche estremamente energetiche e di origine nucleare prodotte da sostanze radioattive, Sono in grato di provocare seri danni agli esseri viventi. Sono inoltre presenti nelle radiazioni cosmiche ed è per questo motivo che vengono usati nella ricerca astronomica.

 

Le lunghezze d'onda delle radiazioni elettromagnetiche vanno da un minimo a un massimo e quelle che l'occhio umano riesce a percepire (spettro visibile) sono comprese fra 400 nanometri a 700 nanometri (vedi figura 3.1.3 e tabella 3.1.4).

L'insieme delle radiazioni comprese fra questi valori dà la luce solare che noi percepiamo come luce bianca o incolore.

figura 3.1.3. - Spettro cromatco

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

figura 3.1.4. - tabella frequenze e lunghezze d'onda delle radiazioni magnetiche

(nm=nanometro=10alla-9metri, pm=picometro=10alla-12metri)

 

Con riferimento allo spettro cromatico indicato nella figura 3.1.3 riferito alle lunghezze d'onda della luce del visibile, nel dettaglio abbiamo:

  • il violetto: da 400nm a 430nm

  • il blu: da 430nm a 490 nm

  • il verde: da 491 nm a 560 nm

  • il giallo: da 490 nm a 560 nm

  • l'arancione: da 581 nm a 620 nm

  • il rosso: da 620 nm a 700 nm

La luce del sole, definita come "luce bianca", è in realtà composta da una mescolanza di colori che possiamo notare nell'arcobaleno. Newton nel 1665-1666 ne dimostrò la veridicità per mezzo di un prisma che filtrava la luce solare decomponendola nei colori dell'arcobaleno.

In particolare Newton voleva dimostrare che tutti i colori che noi vediamo erano già presenti nella "luce bianca" del sole prima della sua scomposizione e che il colore degli oggetti che ci circondano è legato al modo di reagire delle superfici alla luce.

La luce bianca solare è composta da radiazioni di differente lunghezza d'onda a ciascuna delle quali corrisponde un colore e i colori ci appaiono diversi in quanto i singoli raggi eccitano in modo diverso l'occhio (retina, ricettori deputati alla percezione cromatica).

Le sostanze e gli oggetti che ci circondano non sono quindi colorati di per sé, tali corpi emettono, riflettono, assorbono onde elettromagnetiche di diversa lunghezza d'onda e di diversa intensità che il nostro sistema ricettivo e sensoriale interpreta come colori.

I colori che quindi vediamo sono i "colori" che non vengono assorbiti da un oggetto e cioè quelli riflessi e propagati. 

Quando un corpo assorbe tutti i colori della luce bianca l'oggetto appare nero, quando un corpo riflette tutti i colori della dello spettro l'oggetto appare bianco. I corpi trasparenti, come l'acqua e il vetro, non riflettono e non assorbono nessuna radiazione luminosa ovvero si lasciano attraversare ed è per questo che ci appaiono trasparenti (fenomeno di trasmissione totale).

I corpi opachi assorbono alcuni raggi e riflettono gli altri; il colore è dovuto ai raggi riflessi. Ad esempio se un corpo opaco assorbe le radiazioni comprese fra i 400 e i 500 nanometri apparirà di colore giallo-rosso.

In definitiva possiamo affermare che il colore dipende dalla diversa struttura molecolare del corpo in funzione quindi di quali radiazioni assorbe e di quale radiazioni riflette.

3.2 Il colore e la scala cromatica

Nel linguaggio pittorico è necessaria una precisazione e una distinzione fra pigmento cromatico e colore.

Per "pigmento cromatico" si intendono la materia e le sostanze che vengono utilizzate in pittura, mentre  per "colore" si intendono le percezioni dell'occhio quando viene sollecitato da un'onda luminosa con una specifica lunghezza d'onda a prescindere quindi dalla pittura.

Nell'infinita gamma dei possibili colori, è importante distinguere fra colori primari, secondari, ternari e complementari.

Colori primari: sono i colori "assoluti" e cioè quelli che non possono essere ottenuti da nessuna mescolanza di colori. I colori primari sono il ROSSO (magenta), il GIALLO e il BLU (ciano).

Un colore primario, con un buon livello di purezza, assorbe 1/3 della luce bianca e ne riflette i 2/3.

Con riferimento allo spettro cromatico (figura 3.1.3), possiamo affermare:

  • il ROSSO primario assorbe tutte le onde più distanti (onde più corte e medie) e quindi il viola, il blu e il verde,

  • il GIALLO primario assorbe le onde più corte e riflette le medie e parte delle più lunghe,

  • il BLU primario assorbe completamente le onde lunghe e le onde medie.

Colori secondari: si ottengono dalla mescolanza di due colori primari in parti uguali. 

  • mescolando il rosso e il blu, otteniamo il VIOLA,

  • mescolando il rosso e il giallo, otteniamo l'ARANCIONE

  • mescolando il giallo e il blu, otteniamo il VERDE

Un colore secondario assorbe i 2/3 della luce bianca e ne riflette 1/3 in quanto il secondario, essendo un miscuglio di due primari, ha un doppio processo di assorbimento.

Mescolando due primari in proporzioni diverse otteniamo infinite combinazioni nelle quali prevarrà il colore quantitativamente maggiore.

L'utilizzo di tali mescolanze sono un fattore essenziale nell'ambito dell'Empatia Astratta in quanto sprigionano maggiori sensazioni ed emozioni rispetto alla staticità emotiva della mescolanza di due primari in parti eguali.

Colori ternari: si ottengono per mescolanza di due colori adiacenti (vedi ruota cromatica in figura 3.1.5) ), ovvero mescolando un primario e un secondario in proporzioni uguali.

Mescolando poi in parti uguali un primario e un ternario otteniamo un "quaternario" e mescolando in parti uguali un secondario e un ternario otteniamo un "quinario".

Cerchio cromatico (o ruota dei colori o cerchio dei colori)

Il cerchio cromatico è fondamentale per comprendere la combinazione dei colori. Di cerchi cromatici ne sono stati disegnati moltissimi a partire da Isaac Newton, ma quello più comune è forse anche il più antico, è la ruota di dodici colori (figura 3.1.5)

figura 3.1.5 - La ruota cromatica

I dodici colori rappresentati nella ruota sono i tre colori primari (rosso, giallo e blu), i tre colori secondari ottenuti mescolando i tre primari (verde, arancio e viola) e i sei colori terziari ottenuti miscelando i colori primari e secondari.

Di seguito diamo una serie di definizioni del vocabolario pittorico molto utili nel campo artistico.

Tonalità (sinonimi: tinta, croma, cromaticità)

E' la qualità percettiva con la quale si possono distinguere le diverse parti dello spettro.

La tonalità è il colore puro non mescolato ovvero senza l'aggiunta di pigmenti bianchi o neri e senza  miscugli di altri colori e quindi di massima saturazione (vedi saturazione).

Infatti il colore puro è prodotto da una singola lunghezza d'onda luminosa; quando si hanno mescolanze di colore diverse lunghezze d'onda la vibrazione che ne risulta è complessa e il colore appare più appannato.

In pratica quando siamo di fronte a un colore per capire velocemente di quale tonalità stiamo parlando la domanda che dobbiamo porci è quale delle dodici tonalità fondamentali che compongono lo spettro (quindi primari, secondari e terziari) è la più vicina.

Luminosità (sinonimi: valore, chiarezza, brillanza)

E' la quantità di bianco o di nero presente nel colore.

La luminosità dipende dal grado di luce riflessa dal pigmento: il giallo è il più luminoso in quanto è il colore più vicino al bianco, il viola è il colore meno luminoso in quanto più vicino al nero.

Quando si parla di luminosità si parla anche di valore nel senso che il valore si riferisce alla luminosità e alla oscurità di un colore. Se ad esempio prendiamo una palla rossa illuminata da una luce, la parte della palla esposta direttamente alla luce sarà più luminosa, mentre la parte opposta sarà ovviamente in ombra e quindi più scura di valore.

Il valore è quindi in sostanza il rapporto tra chiaro e scuro.

Goethe stabilì una scala di luminosità:

BIANCO=10

GIALLO=9

ARANCIO=8

MAGENTA=6

VERDE=6

CIANO=4

VIOLA=3

Escludendo il bianco, da questa scala si deduce che la massima luminosità ottenuta dalla loro opposizione è costituita dalla coppia GIALLO-VIOLA (9:3), seguita dalla coppia ARANCIO-CIANO(8:4) e MAGENTA-VERDE (6:6) (vedi colori complementari).

Anticipando quanto verrà ripreso nel capitolo sull'armonia del colore, possiamo affermare che per ottenere un equilibrio armonico fra le tinte in modo tale che nessun colore predomini sugli altri, si deve agire sull'estensione della superficie di colore in proporzione inversa alla luminosità secondo i seguenti rapporti:

GIALLO=3

ARANCIO=4

MAGENTA=6

VERDE=6

CIANO=8

VIOLA=9

Se ad esempio, vogliamo porre in equilibrio due zone di colore GIALLO e VIOLA (massima luminosità) dobbiamo dipingere una zona viola tre volte maggiore della zona gialla, o ancora, se vogliamo porre in equilibrio cromatico due zone di colore ARANCIO e CIANO, dobbiamo dipingere una zona di ciano doppia della zona arancio.

Saturazione (sinonimi: purezza, intensità, pienezza)

E' lo stato di purezza o d'intensità di un colore (così come esce dal tubetto). Il livello più alto di saturazione si ha con i colori puri. Il colore così come esce dal tubetto steso su una superficie bianca con uno spessore conveniente, è il massimo livello di saturazione. Se aumentiamo lo spessore del colore con mani successive aumenta l'assorbimento delle radiazioni luminose e diminuisce quindi il grado di saturazione (il colore appare meno vibrante e leggermente più scuro).

Colori monocromatici

Si definisce un colore monocromatico quando siamo in presenza di un solo colore nel senso che dobbiamo restare su una sola tonalità ma all'interno della quale prendiamo in considerazione tutti i suoi valori ovvero le diverse sfumature ottenute per aggiunta di nero, bianco o grigio.

Colori complementari

Due colori si dicono "complementari" quando, con riferimento alla scala cromatica, si trovano in posizioni opposte e quindi:

  • il ROSSO e il VERDE

  • il GIALLO e il VIOLA

  • il BLU e l'ARANCIO

Se mescoliamo due colori complementari in parti uguali, otteniamo un colore tendente al nero, così come avviene quando si mescolano i tre primari.

Viceversa se poniamo due colori complementari vicini fra loro ne esaltiamo l'intensità cromatica.

Colori neutri (o cromatici)

Sono il bianco, il nero e il grigio. Dal punto di vista pittorico, bianco, nero e grigio sono assolutamente da considerarsi dei colori; il bianco è addirittura un primario in quanto non ottenibile da nessun miscuglio e il nero, viceversa, un secondario.

Colori caldi e freddi

Bisogna innanzitutto tutto dire che i colori sia caldi che freddi hanno poco a che fare con i colori puri (ovvero i colori non mischiati) anzi man mano che un colore devia verso un altro, diventa più netta la distinzione fra caldo e freddo.

Un'altra considerazione comune ai colori caldi/freddi è che un colore caldo può apparire ancora più caldo se posto vicino a colori freddi e viceversa un colore freddo appare più freddo se posto vicino a colori caldi.

Colori caldi: sono considerati colori caldi i colori che possono essere associati al sole e al fuoco. Sono quindi caldi i rossi, le terre, l'arancio e altre tinte simili.

I colori caldi danno una sensazione di avvicinamento allo spettatore.

Colori freddi: sono considerati colori freddi i colori che possono essere associati alla luna e all'acqua. Sono quindi colori freddi il verde-azzurro, il verde tenue, i colori dove predominano i blu, i celesti, i blu verdi, i grigi.

Sul verde bisogna fare attenzione in quanto è un pò sulla linea di confine fra colori caldi e i colori freddi; il verde risulta più caldo se nella composizione si aumenta il giallo, il verde tende al freddo se si aggiunge una maggiore quantità di ciano.

A differenza dei colori caldi, i colori freddi sembrano allontanarsi dallo spettatore.

3.3. Il significato dei colori

L'occhio umano è attratto dai colori, dalla loro bellezza e dalla loro diversità. Il colore provoca emozioni, stati d'animo, fa vibrare qualcosa dentro di noi; il colore è come la musica, agisce al nostro interno, ha un effetto psichico.

Così come la musica classica tende a tranquillizzarci e la musica rock tende ad eccitarci, lo stesso avviene per i colori.

Passiamo in rassegna i colori descrivendone per ognuno gli effetti e i significati a loro attribuiti:

VIOLA (lunghezza d'onda 380-420 nanometri)

E' il primo colore dello spettro visibile ed è un colore secondario. Ha un effetto funereo, esprime una sensazione di tristezza, ma anche di fantasia, regalità, intelligenza, sofisticazione, esaltazione, bellezza, ispirazione, ricchezza, tensione, inquietudine, rinuncia, infelicità e scontentezza.  Nel cristianesimo era il colore dei paramenti liturgici e della penitenza.

BLU (lunghezza d'onda 470 nanometri)

E' un colore primario, è profondo e richiama l'idea di infinito e di quiete, dei sogni e delle meraviglie. Se il blu va verso il nero diventa più triste, se vira verso gli azzurri diventa indifferente e distante come il cielo sullo sfondo di un paesaggio. Esprime responsabilità, affidabilità e compassione. E' in grado di rilassare l'individuo, riduce la pressione e riduce lo stato d'ansia.

VERDE (lunghezza d'onda 490-590 nanometri)

E' un colore secondario ottenuto dalla mescolanza del giallo e del blu. E' un colore che diffonde uno stato di grande equilibrio e di quiete, è immobile, non esprime ne gioia ne tristezza, non dice e non chiede nulla. Esprime un senso di giustizia e di speranza, simboleggia la natura e la freschezza. Abbassa l'ansia e infonde un senso di calma, di riposo, di tranquillità, amore e pace.

GIALLO (lunghezza d'onda 565-590 nanometri)

E' un colore primario, è caldo, dinamico, idealista, euforico, radioso, irrazionale e pieno di energia. Il giallo ha un effetto elettrizzante su di noi e può renderci ansiosi. E' il colore dell'idealista e dell'intellettuale, ma anche della deficienza mentale. Suscita un senso di espansione, di movimento, da un'idea di sviluppo, di libertà, spensieratezza, esagerazione, generosità, liberazione, volontà, potere, arroganza.

Se lo si raffredda con il bianco, il giallo diventa assente e malato.

ROSSO (lunghezza d'onda 630-760 nanometri)

E' un colore primario che agisce su di noi in modo diretto, vitale e vivace. Esprime forza, energia, entusiasmo, passione, autorità, fierezza, sensibilità, simbolo del cuore e dell'amore.

MARRONE (lunghezza d'onda: è una gradazione differente dell'arancione)

Nasce dalla mescolanza del rosso con il nero, blu, rosso e giallo.

Esprime una sensazione di durezza, di poca dinamicità, è ottuso, ma anche affidabile e agisce su di noi in maniera potente diffondendo una sensazione di equilibrio e di forza.

ARANCIONE (lunghezza d'onda 585-620 nanometri)

Nasce dalla mescolanza del giallo con il rosso. Diffonde una sensazione di forza e di sicurezza, di vita sociale e di divertimento; quando lo si osserva sembra che il colore venga verso di noi. Esprime piacere, gioia, rilassamento, sollievo, godimento, positività, svago.

GRIGIO

Tra il bianco e il nero, appartiene, come abbiamo già detto, ai colori neutri. Ambiguo, apatico, privo di energia, monotono, sobrio, cupo, triste, dubbioso, malinconico, ma è anche capace di promuovere la produttività e la creatività, è elegante e lussuoso.

NERO (lunghezza d'onda: percepito in assenza di luce)

Il nero assorbe la luce e non riflette alcun raggio. Esprime solidarietà e formalità, autorità di potere, di sottomissione.

E' simbolo di morte, distruzione, orrore, tristezza, umiliazione, rinuncia, male, dolore, è caos e irrazionalità. Ma il nero è anche simbolo di eleganza e nobiltà.

BIANCO (lunghezza d'onda: è l'unione di tutti i colori dello spettro magnetico)

Il bianco non ha tonalità, è un colore assolutamente versatile che può essere miscelato con qualsiasi altro colore. Il suo significato varia molto in funzione dell'atmosfera generale. Può trasmettere un senso di calma, di soddisfazione, di purezza e di modestia, ma anche di violenza, di male, di morte, ma anche di un grande silenzio ricco di potenzialità. Il bianco rappresenta anche onestà, affidabilità, onestà, fortuna, sterilità, equità, non pericolosità.

Se mescoliamo un colore con del bianco riduciamo la potenza psichica del colore stesso.

PORPORA

Mescolanza di viola e marrone, infonde potenza, dominio, appagamento, potenziamento.

3.4 Armonia dei colori

Quando ci troviamo nell'ambito del figurativo, tutto lo sforzo è rivolto a rappresentare un soggetto così come lo vediamo in natura e godiamo di molti strumenti come il gioco di luci, le prospettive, le proporzioni  il chiaro/scuro i pieni e i vuoti, viceversa più ci spostiamo verso l'astrattismo, più ci riduciamo a solo due attrezzi:

  • le forme

  • il colore

E' quindi intuitivo come l'armonia dei colori diventi essenziale per la riuscita dell'opera; senza armonia c'è il forte rischio che la nostra opera diventi una tavolozza di macchie di colore.

Per realizzare opere in cui spicchi l'armonia si possono adottare diversi suggerimenti che di seguito elencherò, ma è doveroso sottolineare che la cosa principale e insostituibile rimane l'intuito e la capacità dell'artista.

Sarebbe assurdo pensare di voler codificare l'utilizzo del colore, non solo lo ritengo impossibile ma lo considero una disgrazia che andrebbe ad inficiare l'arte e la differenza di capacità e la genialità  tra un artista e l'altro.

 

Ciò detto, qui di seguito elenco alcuni suggerimenti che possono dare un aiuto nella ricerca dell'armonia dei colori.

  • Contrasto di tono: ovvero si usano varie tonalità di colore ma con lo stesso punto di saturazione e di luminosità.

  • Contrasto di valore: quando si usano due o più forme dello stesso colore di base ma con luminosità diverse.

  • Contrasto di saturazione: ottenuto per mezzo della variazione di saturazione di un tono puro mescolato con bianco, nero o colore complementare.

  • Contrasto di quantità: utilizzando cioè una forma a grande quantità di colore e una più piccola di altro colore.

  • Contrasto di complementari: ovvero accoppiando fra loro due colori complementari.

In tutte le composizioni armoniche possiamo notare tre tipologie di colore:

  • dominante

  • tonico

  • di mediazione

Il "dominante" è il colore che ha la maggiore estensione e di conseguenza sottolinea gli altri colori della composizione.

Il "tonico"  è il colore complementare del dominante utilizzato per inserire una nota "animata" nella composizione.

Di "mediazione" è un colore che agisce come conciliatore e come transizione rispetto ai due precedenti.  Nel cerchio cromatico di solito si trova vicino al colore tonico.

  • Utilizzo di colori caldi e colori freddi e loro combinazioni.

  • Utilizzo di colori complementari: hanno una considerevole proprietà in termini di armonia cromatica come già indicato in precedenza anche in riferimento alla scala di Goethe. Il loro utilizzo va tuttavia gestito con attenzione, in generale funzionano bene quando si vuole dare risalto ad una parte della composizione, viceversa un utilizzo ripetuto degli stessi può compromettere l'armonia generale dell'opera.

  • Utilizzo di colori analoghi: sono i colori che si trovano uno accanto all'altro nella ruota dei colori e che quindi contengono reciprocamente un pò di colore dell'altro, hanno cioè un colore in comune, come ad esempio il viola, il rosso-viola e il rosso. Questo accoppiamento crea una buona armonia con un senso di serenità e confortevolezza; attenzione però a non rendere monotona la composizione. Quando si adotta questa scelta è utile "rompere" con un terzo colore.

  • Triade di colori: si compone di tre colori separati da una distanza uguale nella ruota dei colori (figura 3.4.1) Questa combinazione a tre non produce il contrasto che producono i complementari ma ai fini dell'armonia, conferisce comunque un adeguato contrasto,

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

figura 3.4.1 - Triade di colori

  • Split dei complementari: sempre con riferimento alla ruota dei colori, lo spalti dei complementare (figura 3.4.2), è la combinazione relativa ad un colore con i due colori a fianco del complementare di riferimento. Ad esempio il verde con i colori a fianco del rosso suo complementare ovvero l'arancio e il viola/rosso. Offre una buona varietà.

 

 

figura 3.4.2 - split dei complementari

  • Complementari doppi: si tratta della composizione di due copie di complementari, due colori adiacenti con i loro opposti (figura 3.4.4). Questo schema è un pò più complesso e spesso per non sbilanciare il sistema, si scegli un colore dei quattro come colore dominante sugli altri tre. 

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figura 3.4.3 - complementari doppi

  • Combinazione di colori a rettangolo: è uno schema a quattro colori in due coppie di complementari organizzati a rettangolo (figura 3.4.4.). Anche in questo caso è bene se uno è dominante rispetto agli altri.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

figura 3.4.4 -combinazione di colori a rettangolo

  • Combinazione di colori a quadrato: del tutto simile al precedente ma con i colori spaziati in modo uniforme nella scala cromatica (figura 3.4.5.). Anche in questo caso si suggerisce che uno sia dominante sugli altri.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

figura 3.4.5 - combinazione di colori a quadrato

 

 

Altri aspetti che agiscono sull'armonia dei colori:

  • Aspetti spaziali:  si ottengono giocando su alcune sensazionali quali:

 - nei colori con massima saturazione sembrano più grandi i colori chiari (giallo, arancio) rispetto a quelli scuri (blu,         porpora, viola, verde). Quando un colore sembra più grande sembra anche più vicino.

- i colori caldi sembrano più vicini di quelli freddi

- una orma di grandi dimensione può sembrare più grande se associata ad una di piccole dimensioni

- l'utilizzo di diverse forme piccole possono bilanciare una forma grande

- un oggetto con un buon contorno appare più pesante di uno con contorno semplice

- un oggetto piccolo ma complesso può bilanciare un oggetto più grande

  • Equilibrio e proporzione: quando in una composizione si vuole attirare l'attenzione si possono usare colori altamente saturi (ad alta intensità, colore puro) rispetto a zone meno sature o zone molto dettagliate rispetto a zone molto più semplici.

  • Equilibrio di quantità: riprendiamo  quanto già descritto in occasione del paragrafo sulla luminosità ovvero la scala di Goethe che abbina la luminosità con lo spazio definito da un'area di colore.

  • Enfasi: l'enfasi è uno dei principi basilari dell'arte, è una zona ben precisa della composizione che attira per prima l'attenzione dell'osservatore. 

  • Punto focale: è un pò come per l'enfasi, è un punto preciso della composizione dove si vuole indirizzare l'occhio dell'osservatore.

  • Varietà: principio fondamentale dell'arte, che suggerisce un'opportuna "varietà" nelle forme, nei colori e nella collocazione degli elementi nella costruzione della composizione, tale da suscitare interesse e piacere in chi osserva.

  • Unità: altro principio fondamentale dell'arte, definibile come l'insieme di elementi di semplicità, ripetizione, vicinanza e continuazioni tali da creare una forte armonia d'insieme.

  • Movimento: un utilizzo appropriato del colore crea un senso di movimento: un esempio è l'utilizzo di colori il cui valore cambia repentinamente da molto alto a molto basso, se viceversa tutti i valori sono vicini fra loro si ha una sensazione di calma.

  • Ritmo: un'illusione di movimento e quindi di ritmo si ha quando nella composizione utilizziamo elementi ripetuti esattamente come avviene per la musica.

3.5 La forma

Ho già avuto modo di dire come nell'astrattismo e nell'empatia astratta, gli unici due strumenti su cui possiamo contare sono il colore e la forma.

Abbiamo anche visto come il colore può esprimere un significato e come influisce sull'armonia generale dell'opera.  Ispezioniamo ora l'elemento forma.

Il modo più semplice per definire una forma è vederla dal punto di vista esteriore, ovvero osservarla come uno spazio o una superficie delineata.

Volendo raccontare una sensazione senza ricorrere a forme reali, dobbiamo pensare a forme elementari astratte che hanno un loro contenuto interiore e che diverse forme tra di loro combinate possono trasmettere un significato e un armonia, tenendo presente che su una tela a due dimensioni e con il vincolo della "purezza" non abbiamo la terza dimensione.

Quando dipingiamo un paesaggio (figurativo) oltre alle due dimensioni della tela abbiamo il "trucco" della prospettiva (terza dimensione), il chiaro scuro, il gioco di luce, i piani e le reali dimensioni degli oggetti.

Nell'astratto tutto ciò non c'è!

Nelle forme possiamo categorizzare le "forme regolari" come il quadrato, il rettangolo, il cerchio e tutte le figure così classificate da un punto di vista geometrico, ma anche tutte le forme che non hanno una regolarità geometrica e che sono indicate come "forme irregolari".

L'Empatia Astratta utilizza tutte le forme, siano esse regolari che irregolari.

Mentre il colore è qualcosa di indefinito, la forma ha delle connotazioni ben precise che la delimitano.

Forme e colori si rafforzano a vicenda; se per esempio prendiamo un cerchio e lo coloriamo di giallo provochiamo una sensazione d'avvicinamento allo spettatore, se lo coloriamo di celeste generiamo un maggior senso di profondità e quindi di lontananza dall'osservatore; colori squillanti sembrano esserlo ancora di più se li poniamo all'interno di una forma acuta (esempio un triangolo), viceversa i colori profondi sembrano esserlo ancora di più se posti all'interno di una forma circolare.

L'equilibrio fra le forma, le loro proporzioni, il tipo di forma non sono calcolabili e, come per il colore, alla fine quello che conta è la sensibilità, il sentimento e la genialità dell'artista.

3.5.1. Il significato delle forme

Come per i colori, cerchiamo ora di classificare le forme regolari e dare qualche definizione del loro significato.

  • Il punto: è la più elementare delle figure geometriche.  Ha un significato d'inizio o di fine. Ha anche il significato  o di centro che esprime l'assoluto ovvero il punto da cui s'irraggia lo spazio e il tempo. Simbolo del principio universale designa la posizione di centralità interiore.

  • la linea: ne abbiamo di due tipi, la linea retta e la linea curva. Sono in contrapposizione l'una all'altra; la linea retta esprime un significato di ordine, di razionalità, di armonia, di controllo, di semplicità, è inflessibile e di essenzialità espressiva, la linea curva è libera è sensuale e la ritroviamo in tutte le forme della natura. In una composizione l'utilizzo combinato delle due linee genera una situazione di contrasto che, se ben utilizzato, crea un alto livello armonico.

  • il cerchio: può essere anche inteso come un punto allargato. Ha un significato di perfezione, omogeneità, indivisibilità, compiutezza, unione, non distruzione. Il movimento del cerchio non ha inizio e non ha fine. è immutabile, eterno e perfetto. Simboleggia armonia e uguaglianza di principi, non ha infatti un sopra e un sotto, non ha spigoli e rappresenta bene il ciclo perenne della vita. Il cerchio ha una parte interna definita e una esterna indefinita.

  • il quadrato: è il simbolo della terra in opposizione al cielo simboleggiato dal cerchio. Ha un significato di stabilità, d'istante isolato, di anti-dinamicità, di arresto, di definizione. Se il cerchio è perfetto il quadrato è giusto, tanto da essere simbolo della giustizia rappresentandone quindi la legge. Al quadrato è associato il numero quattro.

  • il triangolo: è il simbolo del ritorno all'età primordiale. Al triangolo è associato il numero tre. Esprime l'idea di divinità e dell'idea dell'ascesi dell'uomo alla divinità.

  • Il triangolo con la punta verso l'alto simboleggia il fuoco e il sesso maschile, mentre con la punta verso il basso simboleggia l'acqua e il sesso femminile.

Le forme irregolari non hanno di per sé un loro significato come lo possono avere le forme regolari; tuttavia in una composizione hanno una valenza fondamentale in quanto costituiscono la parte dinamica, fantasiosa, musicale, di movimento e di libertà assoluta.

3.5.2 Equilibrio delle forme

L'empatia Astratta fa uso di entrambe le categorie di forme; il come e dove usarle non può essere codificato e sta' nella sensibilità, nella capacità e nell'immaginazione dell'artista utilizzarle al meglio.

La composizione dipende dal variare dei rapporti e delle proporzioni fra le forme e dal variare delle singole forme anche per minime differenze.

Come in un sistema aperto e complesso (vedi Teoria dei Sistemi), tra le forme esistono delle relazioni e lo sforzo è rendere il sistema stabile e quindi intervenire quanto serve sul sistema - ovvero l'opera - cercandone l'equilibrio, la semplicità e l'armonia.

Come più volte sottolineato, non esistono procedure, l'unico modo è entrare in empatia con la natura, un oggetto, un pensiero e lasciare che siano le mani guidate dalla volontà, dall'estro e dal sentimento a tracciare linee, rette, cerchi e forme.

A completamento delle condizioni che favoriscono l'equilibrio delle forme, di seguito si descrive la "legge della sezione aurea" maggiormente applicabile nel figurativo piuttosto che nell'astratto, ma che vale comunque la pena di conoscere.

Legge della Sezione Aurea

La Sezione Aurea è una legge antichissima scoperta da Vitruvio (architetto romano al tempo di Augusto) che regola l'estetica.

E' uno standard di armonia, di perfezione e di bellezza per l'architettura, la pittura e la scultura; nel momento in cui dobbiamo collocare delle forme in uno spazio si fa riferimento a tale legge.

Definizione della legge:

"affinché uno spazio diviso in due parti disuguali risulti gradevole ed estetico, dovrà avere tra la parte più piccola e la maggiore, la stessa proporzione che fra il maggiore e il tutto".

In termini matematici se prendiamo un segmento lungo "1" e lo dividiamo in una parte maggiore "x" e una parte minore "1-x" per la Legge Aurea possiamo dire che:

(1-x):x=x:1

Risolvendo l'equazione di secondo grado otteniamo che:

x=0,618

La Sezione Aurea è molto importante per collocare il punto di massimo interesse, ad esempio in un panorama, in uno dei quattro punti che si formano dalle intersezioni che si ottengono moltiplicando per 0,618 la base con i punti che si ottengono moltiplicando l'altezza per 0,618 (figura 3.5.2.1)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

figura 3.5.2.1 - Legge della sezione Aurea

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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