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4. Empatia Astratta

Il nostro stile di vita, le azioni quotidiane, le reazioni, gli stati d'animo, dipendono principalmente dalle relazioni che abbiamo con l'ambiente che ci circonda e, nel nostro ruolo di individui intesi come soggetti inseriti in una società, ci muoviamo nella moltitudine di intrecci e di interazioni in una giungla di complessità sociali, politiche ed economiche che ovviamente ci influenzano e ci condizionano.

Abbiamo visto come per il controllo di un sistema complesso, sia efficace trasformare una situazione complessa e fuori controllo, in una o più situazioni semplificate e con condizioni di equilibrio (vedi Teoria dei Sistemi).

Questo esercizio di trasformazione mi ha permesso di formulare un pensiero pittorico che ho denominato "Empatia Astratta" che si pone l'obiettivo di tradurre e rappresentare il reale, un'idea, un pensiero, in composizioni pittoriche che, utilizzando forme e colori, ne rappresentino gli aspetti più intimi e più profondi, mediante un linguaggio che, in linea con la nostra epoca, ne evidenzi gli equilibri, la semplicità e ne esalti l'armonia, ovvero che ne rappresenti i tre fattori di positività.

In realtà l'obiettivo è duplice: il primo consiste nella trasformazione del reale in forme elementari astratte e con colori che siano in grado di mettere in rilievo l'intimità del soggetto e i fattori di positività, il secondo è quello di comunicare all'osservatore le percezioni di tali fattori per traferire l'importanza che essi hanno nella vita reale e che tutto può cambiare secondo queste logiche.

4.1 Definizione di equilibrio

 

Siamo seduti davanti a due soggetti, da una parte la tela completamente bianca, il massimo della libertà espressiva, dall'altra un soggetto reale, sia esso un paesaggio, una figura, un oggetto o un pensiero presente nella nostra immaginazione.

 

Osserviamo o pensiamo al nostro soggetto, entriamo in empatia con lui e cerchiamo di farci raccontare i suoi aspetti più intimi, le sue particolarità, i suoi segreti, le sue sfumature, i suoi significati più profondi, dobbiamo cercare di cogliere le sensazioni più profonde e gli stati d'animo che riesce a provocare in noi.

Quando sentiamo che qualche sensazione è passata, cerchiamo di rappresentarla sulla tela. E' un passaggio piuttosto complesso che richiede tempo e dipende esclusivamente dalla personale sensibilità artistica e nella capacità di sentire emozioni.

A nostra disposizione abbiamo solo forme e colori

 

In una composizione l'equilibrio è dettato dai rapporti che si creano tra le forme, dal loro ritmo, dal modo di unirle fra loro, dalla loro dimensione, dal confine che si crea nel momento in cui le uniamo, ovvero:

Le forme esistono in funzione delle loro reciproche relazioni,

le forme creano le relazioni e

le relazioni definiscono le forme

Il ritmo ottenuto attraverso la sequenza di quadrati, rettangoli e altre semplici forme geometriche regolari o irregolari è una forma di espressione pura che sempre meno ricalca il soggetto e sempre più tende a qualcosa di neutro, di universale, in un linguaggio sempre più definito e autonomo.

Anche per i colori si possono applicare le stesse logiche e valgono tutte le considerazioni che ho indicato nel capitolo relativo all'armonia dei colori.

4.2 Definizione di semplicità

E' doveroso dare un significato alla parola "semplicità", in quanto il termine è ambiguo, o meglio può avere due significati.

Spesso si usa impropriamente il termine "semplice" per indicare una persona un pò limitata. E' certo che esistono differenze nelle persone soprattutto a livello di grado culturale ma definire le meno dotate come "semplici" è un abuso improprio del termine.

Per semplicità non si vuole intendere l'aspetto esteriore che porta ad intendere una condizione di pochezza di beni o limitazioni intellettive, viceversa si vuole dare una interpretazione del termine orientato a un aspetto interiore.

Il concetto di "semplicità" si avvicina molto al concetto di "riduzionismo", che partendo da un significato scientifico, ovvero la possibilità di spiegare un fenomeno complesso esaminando una sua componente elementare, lo si possa estendere all'arte ed esprimere quindi significati ed emozioni rivolti all'essenza.

Osservare con semplicità non significa quindi ridurre il numero di particolari di un generico soggetto, ma bensì l'entrare nel profondo del soggetto per cogliere ed evidenziare gli aspetti più nascosti e puri.

Se per esempio osserviamo uno stormo di uccelli, rappresentarli nella loro semplicità non vuole dire rappresentarne un numero ridotto, ma cogliere gli aspetti più profondi e i loro linguaggi, il loro istinto, come ad esempio le innumerevoli forme tracciate nel cielo, la loro direzione, il loro movimento, la presenza di un leader.

Leonardo Da Vinci diceva della semplicità:

"la semplicità e l'estrema perfezione"

Non confondiamo la semplicità con il semplicismo che viceversa punta a ridurre numericamente i problemi e a trascurare aspetti importanti con il risultato di ottenere una visione non reale,  senza significato e emozioni.

Se raggiungiamo la vera semplicità, otterremo una splendida sensazione di bellezza, di armonia e di eleganza ed è questa la vera creatività, rendere il complicato semplice.

Alber Einstein diceva:

"se non lo sai spiegare semplicemente, non l'hai capito abbastanza bene"

Spesso la semplicità viene utilizzata per ridurre tutto a banalità del tutto superficiali e a luoghi comuni che in realtà non semplificano ma confondono e rimangono solo degli slogan e degli insulsi manierismi.

C'è un enorme bisogno di semplicità!

 

Per l'Empatia Astratta entrare nel profondo vuol dire coglierne l'essenza, le sensazioni e i suoni che il soggetto ci trasmette, cogliere gli stati d'animo che esso provoca, riportandoli nella loro semplicità attraverso immagini e quindi forme elementari il più possibile semplici avvolte da colori armonici e in equilibrio tra di loro.

4.3 Definizione di armonia

L'armonia è un termine antichissimo essenzialmente rivolto alla musica, per intendere una singola combinazione simultanea di suoni a differenza della melodia che indica la combinazione in successione dei suoni.

Più in generale potremmo definire l'armonia come una:

"concordanza tra elementi diversi che provocano piacere visivo o uditivo"

E' una questione di rapporti, di simmetria, di proporzionalità raffinata tra le parti, di intesa emozionale e intima, un tutto che comunica un effetto di bellezza e di gradevolezza per i sensi.

Dall'antichità l'uomo si è posto il problema del suo rapporto con la realtà e l'universo e vive il dramma degli "opposti" che creano tensioni e necessità di equilibrio.

Esempi di opposti sono la vita e la morte, l'ordine e il disordine, la gioia e il dolore, opposti da cui nasce il desiderio dell'armonia.

L'armonia è necessaria, indispensabile soprattutto nei rapporti umani in quanto è concordia di sentimenti e di convergenza o rispetto di opinioni che portano a vivere in armonia.

Nell'Armonia Astratta, l'armonia è una disposizione conveniente di forme e colori all'interno di una composizione, capace di produrre grande bellezza.

Il termine "empatia" deriva dal greco "empateia" a sua volta composti da "en" che vuol dire "dentro" e "pathos" che vuol dire sentimento. Empatia vuol dire quindi "sentire dentro" e andare oltre il visibile, è una forma molto profonda che, nel caso specifico, si utilizza per cogliere gli aspetti interiori della natura, ovvero quanto la natura ci sta comunicando e quanto noi sentiamo nell'ammirarla.

Riassumendo potremmo quindi affermare che nell'Ambito della Empatia Astratta per armonia intendiamo:

cogliere le sensazioni, gli stati d'animo e i suoni percepibili dall'osservazione profonda di un soggetto presente in natura o da un'idea o pensiero e trasformare tali sensazioni in una composizione pittorica che,

utilizzando forme e colori, ne evidenzi i tre fattori di positività, ovvero l'equilibrio, la semplicità e l'armonia

Giunti alla interpretazione finale del significato di Armonia Astratta, dobbiamo affrontare il problema di come ciò si realizza nell'atto creativo pittorico ovvero la trasformazione di tale significato sulla tela.

Attingere dalle tecniche figurative utilizzate per dipingere paesaggi, volti, nature morte non fa al caso nostro, viceversa sono decisamente più vicine al nostro scopo le tecniche astratte.

Come dicevamo, l'arte astratta puramente informale, annienta del tutto il soggetto e ribalta sull'osservatore la comprensione del significato o del pensiero dell'artista richiedendogli uno sforzo decisamente superiore rispetto alla osservazione di un dipinto figurativo.

L'Empatia Astratta usa l'astratto come mezzo e non come fine, nel senso che non ha l'obiettivo di distruggere il soggetto ma viceversa, vuole trasformare e rappresentare la realtà o il pensiero in forme semplici e colori  armonici, portando in rilievo i tre fattori di positività.

Forme e colori hanno un intrinseco significato che va sfruttato per raccontare ciò che sentiamo creando la giusta armonia.

Per il nostro scopo non bisogna usare un colore in quanto osservabile nella realtà, ma usare un colore che ci è utile per l'armonia del quadro e non ha nessuna importanza se tale colore non trova riscontro nella natura.

Per le forme è altrettanto complesso, si deve sfuggire dalla trappola del reale e realizzare forme che riescano ad esprimere nel loro insieme le sensazioni che vogliamo tramettere.

Di seguito una rappresentazione grafica delle differenze fra: astrattismo, figurativo, empatia astratta.

Astrattismo

L'astrattismo si basa sulla volontà di esprimere ciò che sentiamo attraverso forme e colori. Il punto di partenza è quindi la "necessità interiore", il soggetto non esiste (figura 4.3.1).

figura 4.3.1 - Astrattismo

Figurativo

Lo scopo del figurativo è la rappresentazione più o meno fedele di un soggetto così come lo vediamo in natura (figura 4.3.2).

figura 4.3.2 - Figurativo

Empatia Astratta

L'Empatia Astratta si pone invece come obiettivo la trasformazione delle sensazioni scaturite dall'osservazione di un soggetto in forme e colori che ne esaltino le condizioni intrinseche di  equilibrio, semplicità e armonia (figura 4.3.3)

figura 4.3.3 - Empatia Astratta

Il risultato è una forma di "astrattismo evocativo" derivante dalla trasformazione del soggetto in forme astratte e colori capaci di raccontare i suoi significati interni che può scostarsi dal soggetto in una misura tanto-poco in funzione delle necessità rappresentative.

Trovo che una forma "evocativa" possa maggiormente sollecitare l'occhio e la mente dell'osservatore che osserva la tela con maggiore interesse e curiosità rispetto all'astrattismo puro.

4.4 Fasi di sviluppo di una composizione

Sottolinenando di nuovo che non esiste una formula o procedura capace di realizzare una composizione secondo le logiche dell'Empatia Astratta, è tuttavia possibile identificarei fasi di sviluppo all'interno delle quali è possibile organizzare il lavoro.

Prima fase: OSSERVAZIONE

In questa fase viene scelto il soggetto. La scelta può riguardare diversi temi: un'immagine, un paesaggio, un pensiero, il contenuto di un libro, una particolare situazione sociale, ecc. (di seguito indicato come soggetto).

Seconda fase: INTERPRETAZIONE

Ci si concentra sul soggetto  fino a cogliere le sensazioni più intime e più profonde. E' una fase difficile richiede tempo, concentrazione e costanza - l'idea non viene subito! 

Terza fase: PROGETTAZIONE

Ci serve per definire a grandi linee l'impianto delle forme astratte che verranno usate per la composizione e decidere quale tonalità utilizzare.  Personalmente procedo con uno schizzo a matita in bianco e nero su carta per definire, anche se sommariamente e in modo certamente non definitivo una prima idea di composizione. Non è necessario portare la progettazione al punto finale, ma realizzare una sorta di "prototipo", uno schizzo di idee, prototipo che verrà corretto e ricorretto durante la fase di realizzazione.

Un buon approccio sta nel definire le linee, le curve o le aree che maggiormente trasmettono un significato o un'emozione.

Quarta fase: REALIZZAZIONE

Siamo ora davanti ad una tela bianca. E' un momento magico ma anche drammatico: da che parte cominciare? Ci viene in aiuto la fase di progettazione. Procediamo fissando dapprima le linee principali dell'impianto (sulla base della traccia dello schizzo) come se al posto del pennello avessimo in mano una matita o un carboncino. Non cercare di definire i colori ma fissare solo le forme principali. Riflettere sulle forme e cercare di capire se rappresentano ciò che vogliamo trasmettere. Procedere poi con un primissimo abbozzo dei colori. Riflettere. Non fissare nessun particolare, se lo facessimo sicuramente non andrebbe bene, è come nel disegno, se stiamo disegnando un nudo sarebbe assurdo definire in dettaglio una mano prima di definire la forma generale del corpo e le sue proporzioni.

La fase di realizzazione è una fase continua, se vediamo che l'abbozzo "non parla" dobbiamo reiterare alla fase di progettazione se non addirittura alla fase di ideazione in quanto man mano che si procede possono venire nuove idee.

Quando la nostra sensibilità intuisce che l'idea ha preso forma, si procede per gradi con colori e forme sempre procedendo con una logica di "prototipazione" e cioè reiterando più volte sulle bozze. 

Per tornare alla Teoria dei Sistemi stiamo agendo sul sistema "tela" per apporre continue correzioni - retroazioni - fino alla realizzazione di una bozza più o meno definitiva.

Quinta fase: REVISIONE

Quando riteniamo  di aver concluso il lavoro, iniziamo la fase di revisione e quindi di sistemazione di dettagli .

Si tratta di interventi contenuti e non tali da riprogettare il quadro, come ad esempio aggiustamento dei colori o piccole adattamento delle forme.

Per concludere, di seguito ho inserito una serie di opere tutte realizzate ad olio su tela di diverse dimensioni.

 

Nella speranza di aver suggerito qualche idea, tecnica o conoscenza e di aver stimolato in voi la voglia di dipingere, non mi rimane altro che augurarvi un:

BUON LAVORO

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