2. Cenni sulla Teoria dei Sistemi
Nei precedenti capitolo abbiamo fatto cenno alla "visione sistemica delle cose" e sottolineato quanto sia importante l'applicazione di tale modo di pensare per ottenere soluzioni concrete ed equilibrate.
Tale approccio ha dato luogo alla Teoria dei Sistemi.
La Teoria dei Sistemi è una materia abbastanza recente che comincia ad essere utilizzata nel XX secolo nel campo della biologia; più precisamente fu fondata nel 1968 dal biologo austriaco Ludwig von Bertalanffy e successivamente implementata da un gruppo di ricercatori di Palo Alto (Mental Research Institute). Si è diffusa molto rapidamente in ingegneria, in fisica, in economia, in ecologia, in geologia, nell'organizzazione e via, via in molti altri settori.
Per Sistema si intende una realtà più o meno complessa composta da elementi che interagiscono fra di loro secondo una funzione che li rapporta e in grado di produrre interazioni locali di breve raggio d'azione ma capaci di provocare sensibili cambiamenti nella struttura complessiva.
Con il termine Sistema si intende dunque un insieme di oggetti e di regole relazionali che ne determinano l'interazione, tali che un cambiamento in uno degli oggetti, produce in qualche modo un cambiamento su una parte o su tutti gli altri elementi.
Per mezzo della Teoria dei Sistemi è possibile capire quali sono i motivi per i quali un sistema può raggiungere determinati obiettivi e quali sono le cause che portano il sistema a fallire, quali condizioni lo tengono in equilibrio rendendolo quindi stabile, o quali condizioni lo portino al collasso e ancora come è possibile agire sul sistema e con quali rischi.
Quando si inizia a ragionare in un'ottica sistemica l'attenzione si sposta dal singolo elemento all'insieme di cui esso fa parte tenendo ben presente le regole strutturali che ne determinano l'esistenza e i comportamenti e quindi non ragionare solo sulle singole variabili che compongono il sistema ma applicare una logica d'insieme.
Il campo di applicazione della Teoria dei Sistemi è molto ampio e riguarda qualsiasi cosa che produca relazioni, come ad esempio i sistemi climatici, i sistemi sociali (gruppo sociale, famiglie, aziende, scuole), le organizzazioni, i sistemi biologici, i sistemi psichici, la gestione delle imprese, i sistemi economici, uno specifico ambiente naturale, ma anche in processi più semplici, quali ad esempio la cucina, lo sport e così via.
Nel campo scientifico è usuale contestualizzare un fenomeno all'interno del sistema in cui esso si sta verificando, viceversa nel sociale, nel politico e nella vita di tutti i giorni, questo approccio è assente o avviene raramente commettendo così il gravissimo errore di esaminare il fenomeno senza una visione sufficientemente ampia per poterlo gestire in modo efficace.
Ragionare sistemico vuol dire rendersi conto delle conseguenze che i cambiamenti applicati a un singolo elemento comportano sull'intero sistema e viceversa.
Ragionare sistemico vuol dire agire in modo consapevole e mirato e conoscere le eventuali implicazioni e impatti che il nostro intervento procurerebbe al resto del sistema.
Tutto può essere riportato ad una logica sistemica, tutto può essere controllato e quindi regolato. Purtroppo spesso si ha a che fare con pigrizie mentali, incompetenza, non volontà, diversi interessi, macabri piani distruttivi, ma teniamo presente che a fronte di un qualsiasi evento chi afferma che siamo davanti ad un caso particolare per il quale non può essere applicata una rappresentazione sistemica, mente e probabilmente nasconde interessi diversi.
L'equilibrio è tutto, è buona vita, è la scelta migliore, è la serenità, è la coerenza, è la giustizia, è la democrazia, è l'onestà, è uno stile di vita sobrio. Potrebbero anche verificarsi casi in cui volutamente si vuole creare una condizione di disequilibrio ma, ciò avverrebbe in maniera del tutto controllata e, si spera, per il raggiungimento di leciti obiettivi.
In un'opera artistica l'equilibrio è fondamentale ed è una delle prime cose che vengono acquisite consapevolmente o inconsapevolmente dall'osservatore. A volte si inserisce nel quadro una condizione di disequilibrio ma ciò è voluto ed avviene secondo una precisa logica, in generale per provocare situazioni di forte contrasto che richiamano l'attenzione in chi guarda.
Una volta raggiunta la condizione di equilibrio, si deve ricominciare in quanto i sistemi sono dinamici e variano in funzione del tempo, e quindi tutto cambia e tutto si trasforma continuamente anche in modo molto repentino, a noi il compito di regolarli.
2.1. Sistema dinamico
Un Sistema dinamico è caratterizzato da un insieme di funzioni di ingresso (input) che costituisce la "causa" e un certo numero di funzioni uscita (Outout) che costituiscono l'effetto (fig. 2.1.1).
figura 2.1.1. - Sistema
L'equilibrio è di primaria importanza e di assoluta priorità per la sopravvivenza di un sistema. L'equilibrio è mantenuto attraverso l'applicazione di regole in un determinato momento. Si sottolinea il riferimento a "un determinato momento" in quanto, come detto, i sistemi variano con il variare del tempo.
Si definisce "retroazione", la capacità di un sistema dinamico di tener conto dei risultati in output per adottare misure correttive atte a modificare le caratteristiche del sistema stesso (figura 2.1.2.).
I
figura 2.1.2. - Retroazione
Vi sono due tipi di retroazione:
Retroazione positiva: quando i risultati (Output) del sistema vanno attraverso la retroazione ad amplificare il funzionamento del sistema stesso. Il sistema così amplificato produrrà nuovi risultati che andranno a peggiorare ulteriormente il sistema e così via.
Un sistema a retroazione positiva è per definizione un sistema "instabile" destinato a "divergere" o a "collassare" a meno che non si riescano a riformulare nuove regole in grado di ristabilire gli equilibri.
Un esempio di retroazione positiva lo troviamo nella fusione dei ghiacci del polo. I poli essendo bianchi riflettono i raggi solari con conseguente aumento della temperatura; l'aumento della temperatura globale comporta l'aumento dei raggi solari assorbiti dalla terra il che fa aumentare ulteriormente la temperatura e questo fa fondere i ghiacci e così via. Questo sistema è instabile e, se non si prevedono interventi, può provocare il totale disciogliendo dei ghiacci.
Altro esempio, di attualità, lo troviamo nella gestione dei flussi migratori umani che, visti come un sistema, necessitano di adeguate politiche di gestione del fenomeno finalizzate a stabilire condizioni di equilibrio, pena il collasso del sistema.
Retroazione negativa: quando i risultati (output) dei sistema vanno attraverso la retroazione a diminuire il funzionamento del sistema agendo con reazioni opposte al cambiamento e giungendo a situazioni di "stabilità" (equilibrio).
I sistemi a retroazione negativa sono quindi stabili e tipicamente portano un sistema a convergere o a mantenere un buon livello di equilibrio.
Un esempio di retroazione negativa è l'utilizzo di un termostato per la regolazione della temperatura di un locale, quando la temperatura raggiunge un livello prestabilito il processo di riscaldamento si interrompe fino al raggiungimento di un livello minimo voluto, oltre il quale l'impianto (processo) si riavvia giungendo ad una situazione gradevole ovvero ad una condizione di equilibrio.
Altro esempio è il processo tale per cui un mammifero mantiene la temperatura corporea costante. Gli esseri viventi usano d'istinto la retroazione negativa per sopravvivere, in quanto a fronte di una determinata situazione dell'ambiente esterno, tendono a variare e a indirizzare le condizioni interne entro certi valori, in quanto una variazione eccessiva dell'ambiente esterno non gestita dal sistema al suo interno, risulterebbe incompatibile con la vita. In questo caso la condizione d'equilibrio desiderata è vitale.
La retroazione costituisce di fatto un sistema definito come "Sistema di Controllo" che viene progettato con lo specifico scopo di controllare la dinamica del sistema al fine di porre in campo azioni correttive mirate a garantire l'equilibrio del sistema stesso (fiugura 2.1.3).
figura 2.1.3 - Sistema di Controllo
E' possibile classificare i sistemi in due categorie principali:
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Sistemi semplici/chiusi
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Sistemi complessi/aperti
2.2 Sistemi semplici/chiusi
Si possono considerare "semplici o chiusi" (di seguito semplici) i sistemi che hanno variabili e strutture sufficientemente stabili e che non hanno scambi con l'ambiente esterno o con altri sistemi. Sono quindi sistemi sostanzialmente stabili.
Un esempio di tali sistemi lo troviamo nelle strutture organizzative di tipo burocratico dove non esistono problemi di comunicazione e tutto avviene secondo precise procedure e a scomparti ben definiti, o in macchine particolarmente semplici dove a fronte di guasti si interviene esclusivamente sul pezzo difettoso.
2.3 Sistemi complessi/aperti
I sistemi "complessi o aperti" (di seguito complessi) sono di gran lunga i sistemi più presenti. Sono composti da un intreccio di variabili che li rende appunto complessi. La complessità si riferisce in particolare alle relazioni e alla comunicazione fra il sistema e altri sistemi e con l'ambiente esterno. Sono sitemi tendenzialmente instabili.
Un sistema complesso si basa essenzialmente sullo scambio di risorse fra interno/esterno/altri sistemi. Tale scambio è essenziale per la vita e la sopravvivenza del sistema.
In tali sistemi è difficile prevedere gli effetti di una causa in quanto piccole variazioni riguardanti una parte del sistema, possono provocare grandi variazioni in altre parti del sistema stesso.
Esempi di sistema complessi sono il sistema biologico-umano, le società culturali moderne, l'uomo e le sue necessità di relazione e di comunicazione con la famiglia, con gli amici, con le istituzioni, la politica, la religione, la sanità, la scuola.
I sistemi complessi sono quindi caratterizzati da una parte dalla loro instabilità e incertezza, dall'altra dalla loro capacità evolutiva e di cambiamento.
Ad esempio per i sistemi di tipo biologico-umano l'equilibrio è fondamentale anzi vitale, nei sistemi di tipo organizzativo l'equilibrio va inteso in termini di comunicazioni e risposte efficaci senza le quali l'organizzazione collassa e nei sistemi sociali dove l'equilibrio si gioca su delicatissimi rapporti fra organizzazioni, persone e culture e dove la mancanza di equilibrio può portare agli scontri sociali e al crollo dell'intero sistema.
In termini più artistici, il nostro quadro è classificabile come un sistema complesso poiché una variazione anche piccola in termini di forma o colore, incide sull'armonia e sull'equilibrio dell'intera opera. Ecco allora che le correzioni che apporteremo all'opera appartengo alla definizione prima indicata di retroazione negativa, ovvero si agisce sull'opera per modificarla e riportarla in una condizione di armonia; se non si riesce in tale intento si va verso l'insuccesso dell'opera ovvero, in termini sistemici, al collasso del sistema.
Diamo ora un breve cenno di cosa prevede la metodologia per l'analisi dei sistemi.
2.4 Analisi dei Sistemi
L'applicazione della Teoria dei Sistemi di un determinato fenomeno oggetto di studio, può essere in generale suddivisa in sei fasi:
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1° Fase: Analisi dei soggetti
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2* Fase: Analisi dei problemi
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3° Fase: Analisi degli obiettivi
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4° Fase: Analisi delle strategie
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5° Fase: Pianificazione delle attività
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6° Fase: Pianificazione dei controlli e delle retroazioni
1° FASE - Analisi dei soggetti
In questa fase si va a definire il sistema e le sue componenti in termini di soggetti, di sottosistemi e di relazioni che compongono il sistema.
Tale fase è suddivisibile in ulteriori tre fasi:
Individuazione dei soggetti coinvolti nel fenomeno che si vuole valutare
Collocazione dei soggetti nei relativi sottosistemi di appartenenza (che compongono il sistema)
Definizione delle relazioni fra i sistemi e quindi fra i soggetti, gli ambienti e i sottosistemi
2° FASE - Analisi dei problemi
Nel processo di analisi dei problemi le domande che ci poniamo sono rivolte a comprendere i meccanismi, le regole, le dinamiche relazionali per le quali il sistema cambia in funzione del fenomeno sotto osservazione e non tanto sul perché tale fenomeno abbia origine.
3° FASE - Analisi degli obiettivi
Si procede cercando per ogni problema una o più soluzioni, ovvero individuando gli interventi necessari a ristabilire gli equilibri di una determinata situazione. Vanno inoltre identificati gli effetti concreti, i possibili impedimenti e le risorse necessarie e le priorità di intervento.
4° FASE - Pianificazione delle attività
Identificati gli interventi, si procede alla effettuazione del piano degli interventi che prevede la collocazione in un asse temporale delle attività e delle risorse in funzione delle priorità di intervento stabilito.
E' questa una fase molto importante che da concretezza all'intervento. Troppo spesso si cade nell'errore di considerare sufficiente il solo pensiero morale, per renderlo pratico e attuabile va calato nella realtà e nella fisicità delle cose attraverso il ragionamento sistemico a tutto tondo.
5° FASE - Pianificazione dei controlli e delle retroazioni
Man mano che gli interventi procedono è indispensabile effettuare un controllo sull'efficacia degli stessi e predisporre le eventuali correzioni e retroazioni per ristabilire l'equilibrio.
In questa breve carrellata sulla Teoria dei Sistemi, abbiamo visto quanto sia importante mantenere l'EQUILIBRIO in qualsiasi struttura e quindi anche nella nostra opera artistica e, nella fattispecie nel nostro dipinto.
Dobbiamo ora indagare sugli altri due fattori di positività ovvero sulla SEMPLICITA' e sull'ARMONIA e per far questo entreremo, nel capitolo a seguire, in qualche dettaglio relativo agli aspetti fondamentali della pittura toccando alcuni capisaldi della stessa ovvero:
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la luce
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il colore
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la forma
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